lunedì 12 dicembre 2011

Una storia dal freddo

Prendete un governo.
Ponetelo di fronte al problema di una delle tre banche del suo Paese che fallisce perché intossicata da spazzatura finanziaria e fortemente esposta debitoriamente nei confronti di cittadini britannici e olandesi. Cosa pensate che farà quel governo per salvare il buon nome del Paese e degli amministratori di quella banca?

-  Nazionalizzerà la banca e, grazie all’aumento delle tasse si offrirà di rimborsare i governi: britannico e olandese delle somme sborsate - in nome e per conto - per (non avere proteste in casa) e risarcire i loro concittadini.

Normale?

Adesso, prendete un popolo civile (gli islandesi) dopo avergli spiegato che i 6 miliardi di euro in più di tasse che dovranno pagare, in rate mensili da 3 milioni e mezzo, per i prossimi 15 anni, sono il frutto delle speculazioni di banchieri che - in nome del profitto a tutti i costi - hanno indebitato l’Islanda per ben 120 miliardi in derivati e altri giochini quando la stessa, nel 2007, aveva un PIL di poco superiore ai 12 miliardi di Euro.

Beh, succede che quel popolo, davanti a quella sede governativa fa un tal casino con pentole e coperchi il primo ministro conservatore, Geir H. Haarde, e il suo intero gabinetto si dimettono; fanno convocare nuove elezioni, vinte nell’aprile del 2009 da un’alleanza socialdemocratico-verdi che insedia un nuovo governo guidato dalla prima ministra Jóhanna Sigurðardóttir.

Ma, non è tutto. Quando il nuovo governo, nonostante la crisi economica, si mette in testa di accedere ad una nuova proposta di risarcimento (fatta da britannici e olandesi) che allunga a 37 anni la rateazione e al 3 per cento (dal 5,5) gli interessi, gli islandesi tornano in piazza e pretendono: una nuova costituzione e un referendum per scegliere loro se pagare o no il debito.

Referendum che, lo scorso 10 aprile, gli islandesi hanno vinto - con il 70 per cento dei consensi - confermando che non saranno loro a pagare per i correntisti online di “Icesave”, truffati dai banchieri azzeccagarbugli ed esosamente imbroglioni come il famoso Sigurdur Einarsson, ex presidente di una delle banche coinvolte, contro cui il nuovo governo ha fatto emettere un mandato di cattura internazionale che ha gettato nel panico, costringendoli alla fuga dal paese i suoi amici e sodali.

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