martedì 27 dicembre 2011

Buongiorno San Marino

Buongiorno San Marino!!! Come va oggi? Vi siete svegliati VIVI?
Non è una domanda retorica, e la risposta non è banale come potrebbe sembrare.
Per definirsi vivi infatti non è sufficiente aver messo i piedi giù dal letto, aver preso un caffè ed essere pronti per cominciare un’altra giornata. Per poter fregiarsi di questo aggettivo, un essere umano al risveglio dovrebbe perlomeno sentire qualcosina che gli brucia dentro al petto …ardore, emozione, creatività, entusiasmo, amore…la vita appunto. Dunque siete VIVI?
O non state invece per caso perdendo le vostre giornate nella fretta (delle cose da fare), nella lamentela (delle cose che non vanno), nello sconforto (di chi si sente impotente), nell’odio (di chi si sente vittima), nell’indifferenza (di chi se ne frega), nella rassegnazione (di chi ha perso la speranza)…?
Lo so, di questi tempi ce ne sarebbero di motivi per auto-giustificarsi qualora ci si riconoscesse in questo secondo ritratto. La realtà esterna pare strangolarci e ci causa un altissimo grado di frustrazione. Ci sentiamo impotenti davanti a ciò che accade nonostante noi, spalanchiamo gli occhi increduli di fronte alle scelte che vengono attuate da pochi e che spesso paiono fuori da ogni logica, quando non addirittura sfacciatamente faziose. Proviamo ad esprimerci e restiamo inascoltati; proponiamo e rimbalziamo contro muri di gomma; protestiamo e veniamo etichettati come ingrati, qualunquisti o sovversivi.
In un tale contesto, inneggiare al cambiamento – sia da parte dei politici che dei cittadini - può essere molto, troppo facile, ed altrettanto vago. In primis perché cambiare non significa necessariamente migliorare, e poi perché il cambiamento accade comunque, indipendentemente da chicchessia, ed auto-proclamarsi suoi sacerdoti potrebbe suonare piuttosto pretenzioso. Anche quando tutto ci sembra immobile, infatti, c’è in realtà tanto che si muove e che produce sottili differenze, benché noi non siamo abbastanza sensibili da percepirle. Ecco perché l’invito deve essere al cambia-mente, piuttosto che al cambiamento. Se è una ripartenza che cerchiamo, mettiamoci in testa che questa può avvenire solo come conseguenza di una rivoluzione dei nostri paradigmi, in particolare con il ripristino della centralità dell’uomo, come essere spirituale ancor prima che materiale.
Purtroppo chi sta cercando, anche in buona fede, anche con impegno, di “tirarci fuori dalla crisi” commette l’errore di continuare a farlo ragionando sui vecchi modelli e alla vecchia maniera. Anche i giovani. Così ci si arrovella su come rimettere in sesto gli equilibri che sono saltati, senza capire che, quando il calzino è logoro, i rattoppi non possono più riportarlo ad essere quello che era, ma al limite rimandare di qualche tempo il momento in cui il piede rimarrà irrimediabilmente scoperto. E qualche dito di fuori mi pare che ce l’abbiamo già.
Quello che si dovrebbe comprendere è che il Paese NON ha un problema; il Paese è semplicemente inserito nel processo fisiologico di autodistruzione che sta coinvolgendo il sistema economico a livello globale. Il countdown si è innescato nel momento stesso in cui il denaro, nato come “mezzo” (cioè strumento di mediazione tra gli uomini per soddisfare le proprie necessità) è diventato il “fine”, producendo una distorsione drammatica che è ormai entrata nel DNA di gran parte della popolazione mondiale. Drammatica perché quando un mezzo diventa fine (persino “idolo”, in questo caso) si perde il senso delle cose. Quando non capisco più che una forchetta mi serve per mangiare ma comincio a volere A TUTTI I COSTI quella forchetta…allora ci si risveglia in un mondo in cui la gente parla di spread, di mib, di pil, di borsa che sale e che scende…credendo di star dicendo qualcosa di serio, qualcosa che ha davvero a che fare con la realtà.
Ma questa roba non ha nulla a che vedere con l’uomo. E’ un falso, è un inganno. Ce lo vogliamo dire, almeno inter nos? Signori politici nostrani, sarebbe un grosso passo in avanti se invece di arrampicarvi sugli specchi per spiegarci che una patrimoniale una tantum non è nulla di grave, ammetteste che siamo rimasti imbrigliati in una rappresentazione del reale con la quale ora dobbiamo per forza fare i conti, perché ci siamo dentro fino al collo, ma che non è, assolutamente NON è, l’unica possibile. E che va superata. Non dobbiamo adeguarci o morire, al contrario è adeguarci che significa morire. Non ci servono dei tecnici che ripianino i bilanci se poi non abbiamo dei visionari che ci mostrino cosa farne, del pareggio di bilancio! Uomini cioè che perseguano una “visione”, un ideale, non più basato sul soldo, ma sulle esigenze vere dell’uomo. Che abbiano cambiato la mente, cioè l’ottica, la prospettiva. Che sappiano parlarci di cose belle, perché l’uomo ha bisogno di bellezza. Che vedano dove sta l’essenziale. Che siano VIVI.
Rinfrancatevi, voi che siete rimasti vivi nonostante tutto, perché il momento è propizio! Su una tabula rasa – e siamo quasi a quel punto - possiamo riscrivere tutto daccapo, tutto come piace a noi. L’universo ce lo sta chiedendo a gran voce: “svegliatevi, fate un salto di umanità!” Lo dovremo fare comunque, volenti o nolenti. E allora buttiamo il cuore oltre l’ostacolo, non il portafoglio…perché così facendo, superato l’ostacolo ci troveremo un cuore! Il nostro, insieme a quello del mondo, che ci ringrazierà.
Buona giornata a tutti voi – e so che ci siete – che tenete duro e rimanete VIVI, nonostante tutto.

Elena

giovedì 15 dicembre 2011

Liberi Pensieri in Piazza

La manifestazione è NON-VIOLENTA e PACIFICA: non parlare con nessuno, non prendere iniziative, non danneggiare nulla. Chiunque vuole scendere in strada deve seguire queste semplici regole per evitare gesti che possono ledere lo spirito della manifestazione. L'appello è rivolto a tutti i cittadini, alle associazioni, a chiunque voglia manifestare il proprio disagio ma non riesce ad esternarlo in maniera forte!

I motivi: non può essere considerato PUBBLICO un debito contratto per interessi "PRIVATI".
Vogliamo che sia garantito il governo di una comunità attraverso la formazione di leggi giuste, il più possibile, condivise e coinvolgenti, che tentino di coniugare la libertà di ciascuno con la giustizia sociale.
Per quale motivo il termine "trasparenza" assume siginificati differenti a seconda della latitudine? Com’è possibile che in Islanda i cittadini abbiano il diritto di “ribellarsi” e, pacificamente imporre al loro governo che: “No, loro non pagheranno per le colpe di pochi profittatori” mentre da noi diventa impossibile addirittura sancire l’uguaglianza di fronte alla legge di tutti i cittadini?

Luca

lunedì 12 dicembre 2011

Una storia dal freddo

Prendete un governo.
Ponetelo di fronte al problema di una delle tre banche del suo Paese che fallisce perché intossicata da spazzatura finanziaria e fortemente esposta debitoriamente nei confronti di cittadini britannici e olandesi. Cosa pensate che farà quel governo per salvare il buon nome del Paese e degli amministratori di quella banca?

-  Nazionalizzerà la banca e, grazie all’aumento delle tasse si offrirà di rimborsare i governi: britannico e olandese delle somme sborsate - in nome e per conto - per (non avere proteste in casa) e risarcire i loro concittadini.

Normale?

Adesso, prendete un popolo civile (gli islandesi) dopo avergli spiegato che i 6 miliardi di euro in più di tasse che dovranno pagare, in rate mensili da 3 milioni e mezzo, per i prossimi 15 anni, sono il frutto delle speculazioni di banchieri che - in nome del profitto a tutti i costi - hanno indebitato l’Islanda per ben 120 miliardi in derivati e altri giochini quando la stessa, nel 2007, aveva un PIL di poco superiore ai 12 miliardi di Euro.

Beh, succede che quel popolo, davanti a quella sede governativa fa un tal casino con pentole e coperchi il primo ministro conservatore, Geir H. Haarde, e il suo intero gabinetto si dimettono; fanno convocare nuove elezioni, vinte nell’aprile del 2009 da un’alleanza socialdemocratico-verdi che insedia un nuovo governo guidato dalla prima ministra Jóhanna Sigurðardóttir.

Ma, non è tutto. Quando il nuovo governo, nonostante la crisi economica, si mette in testa di accedere ad una nuova proposta di risarcimento (fatta da britannici e olandesi) che allunga a 37 anni la rateazione e al 3 per cento (dal 5,5) gli interessi, gli islandesi tornano in piazza e pretendono: una nuova costituzione e un referendum per scegliere loro se pagare o no il debito.

Referendum che, lo scorso 10 aprile, gli islandesi hanno vinto - con il 70 per cento dei consensi - confermando che non saranno loro a pagare per i correntisti online di “Icesave”, truffati dai banchieri azzeccagarbugli ed esosamente imbroglioni come il famoso Sigurdur Einarsson, ex presidente di una delle banche coinvolte, contro cui il nuovo governo ha fatto emettere un mandato di cattura internazionale che ha gettato nel panico, costringendoli alla fuga dal paese i suoi amici e sodali.

venerdì 9 dicembre 2011

Cambia-mente - Lunedì 19 Dicembre 2011





Perche cambia-mente?

Il risveglio della coscienza civica è la chiave nonché l’unica alternativa possibile alla risoluzione dell’attuale crisi di sistema che sta investendo la nostra Repubblica ma non solo: riteniamo difatti che sia giunto il momento per la liberazione dagli schemi del passato.

Sgretolatosi sotto i nostri occhi in pochi mesi nonostante il lungo periodo di incubazione, questo sistema ha causato danni materiali ed immateriali alla popolazione ma in particolare, ha provocato ciò che definiamo “Furto della Democrazia”. La nostra democrazia è stata stuprata e lo è costantemente; le normative vengono violate ogni giorno mentre l’interesse personale usurpa costantemente quello pubblico.

Il sistema non si dimostra più in grado di imprimere alla società una direzione politica lungimirante, di orientare l’economia e di programmare l'attività legislativa: il potere si arrampica su se stesso e si è trasformato da assetto istituzionale, entro il quale ha luogo la produzione di risorse crescenti, in centro di accumulazione e sperpero di risorse prodotte dalla società civile.

Non potendo più contare sul "vecchio" sistema, ci ritroviamo a vivere un presente la cui visione futura del Paese è completamente oscurata. La grande decadenza della democrazia moderna, visibile a tutti coloro che vogliono “vedere”, è causata dalla mancanza di decisioni, dall' "immobilismo" e dall'impotenza politica. La non trasparenza e l’arroganza dei governanti nei confronti del Paese, lo ha condotto in questa situazione tanto che i cittadini paiono assopiti e “ciechi”. 
La nostra Repubblica, il Mondo intero, ci chiede di risvegliare le nostre coscienze e tornare a pretendere di essere cittadini partecipi: pronti a decidere se l’inerzia di questa classe dirigente non si sbloccherà.

E’ per questo che abbiamo deciso di vederci tutti i martedì sera in Piazza della Libertà, riappropriandoci dei luoghi di “tutti” e di quel confronto tra “liberi pensieri” sammarinesi che da troppo tempo manca nella nostra Repubblica.

Sappiamo che nessun sistema è più forte di una democrazia fondata su basi sincere e funzionali. Sappiamo che il complesso di paralisi e malcostume contro il quale insorgiamo non è la democrazia, ma è la frode antidemocratica. Sappiamo di voler solamente rivendicare diritti elementari di ordini democratico: abbiamo perciò deciso di manifestare, durante la prossima seduta consiliare, il nostro dissenso verso un finto Diritto alla Legalità e Sostenibilità che non intendiamo più tollerare e sopportare, la nostra voglia di partecipare e cooperare per costruire un nuovo Stato di Diritto. Per una vera Democrazia diretta.

Domandiamo soprattutto che il risveglio delle coscienza avvenga nei cittadini così come in chi è stato investito da ruoli istituzionali: la dignità di un Paese la si misura dalla perseveranza che tutti mettono nel “cambia-mente”. 

Per saperne di più collegati all'evento su facebook:

(p.s. nei tuoi commenti usa sempre questa parola chiave: #cambiamentersm sarà più facile riconoscerci sulla rete)